RECENSIONI |
IN QUESTA
PAGINA TROVERETE LE
"RECENSIONI" RIGUARDANTI L'UTILIZZO DI PARTICOLARI COMPONENTI E/O
PRODOTTI, CERCHERO' DI ESSERE QUANTO PIU' OBIETTIVO POSSIBILE E DI TRASMETTERE
LE SENSAZIONI EMPIRICHE O STRUMENTALI CHE OGNI MODIFICA, LAVORAZIONE O
TRATTAMENTO HA DATO. |
STP "OCTANE
BOOSTER"

Ero al supermercato e guardando tra i prodotti per la manutenzione e cura dell'auto e moto mi è caduto l'occhio sul settore degli additivi della famosa
>STP< (chi non ne ha mai fatto uso alzi la mano!!!)...allora un
po' dubbioso mi sono informato sull'additivo denominato "octane booster" (flacone
arancione)... alla fine ma si dai...lo prendo e vedo come va ....
Avevo ancora residui dell'ultimo pieno fatto con miscela al 2% e olio agip racing
ricinato...però era già entrato in riserva, quindi ho pensato di rabboccare con un'altro litro che mi era avanzato nel bidone, additivandolo però con il famoso additivo...
Vado al lavoro...alle 17.30 finisco e mi metto a fare il solito giretto prima di tornare a
casa...
Allora...ai medio bassi borbotta un po' di più...con qualche vuoto più accentuato aprendo di colpo il
gas (cmq risolvibile rivedendo la carburazione) ...ma agli alti ragazzi...un bomba, nel vero senso della parola...una facilità a tenere alti i giri mostruosa...se già prima era notevole adesso la tutto è "di più"...una costanza ad alti regimi mai vista prima (sul mio si intende)...mi sono sparato circa una decina di
chilometri...a modo mio, cioè tipo se dovessi fare una gara...cambi marcia rapidissimi e motore sempre a girare alto...e devo dire che sono soddisfatto della prova ma sopratutto del suo esito!!!
Una cosa che poi ho notato è che scalda molto di più...per lo meno i gas di scarico...infatti la parte medio/finale dell'espansione quando mi sono fermato fumava, o meglio, fumava il rivestimento fatto con l'apposito nastro telato, me l'aveva già fatto, però solo sul collettore ovvero dove maggiormente scalda...
Ne deduco quindi che senz'altro dovrò montare la pompa nuova...per far fronte al maggior riscaldamento prodotto dalla combustione interna, altresì ne deduco che evidentemente prima avevo, seppur piccoli, fenomeni di autoaccensione, cosa che, alzando il numero di ottano della benzina è andata a scomparire.
Diciamo che il mezzo in prova, cioè il mio fifty, ha reagito molto bene ed in modo tangibile a questo additivo, anche perchè il motore è preparato appunto per girare alto, ma secondo me anche con motori non così estremi ci si può accorgere della differenza!
|
INCOMPATIBILITA'
MONOAMMORTIZZATORE SCOOTER
Mi sono recato dal ricambista dove avevo visto in vetrina un mono abbastanza simile a quello del
fifty...almeno ad occhio...
Sono entrato ed ho chiesto maggiori info:
Incominciamo con gli aspetti economici e info generali sul prodotto...
Il mono in questione è un MALOSSI RS3 cod.46 7904 e costa 143€ di listino, ma lo davano scontato a 122€, quindi come prezzo a mio parere molto buono, in ogni modo si tratta di
un ammortizzatore regolabile solo in precarico tramite ghiera ed è costruito con una doppia camera interna contenente olio in una e gas compresso nell'altra. Diciamo che per chi ha particolari esigenze forse è un pò pochino, ma se ci si accontenta può andare. L'interasse dei fori di fissaggio è 245mm, contro i 250mm circa di quello del
fifty, quindi è adattabile, unica cosa non ha i 2 occhielli come quello malaguti (paioli) ma ha l'occhiello da un lato e la forcellina dall'altro, quindi non è difficile riuscire a montarlo con qualche piccolo accorgimento. Il diametro di ingombro dove c'è la molla è di 50mm e quindi dovrebbe andar bene anche sotto quel punto di vista...
Veniamo invece ad un'analisi più attenta...mi sono reso conto, guardandolo da vicino, che il diametro del filo molla era un pò piccolino rispetto a quello originale, tra l'altro essendo la molla verniciata di bianco anzi doveva fare l'effetto opposto, cioè sembrare più spessa, al momento non ci ho fatto particolarmente caso, ma poi ragionandoci su ho capito il mistero... e qui vi andrò a spiegare aiutandomi con 2 disegni schematici realizzati proprio per questo motivo:
La sostanza è fondamentalmente la legge delle "LEVE", quindi se avete un pò di dimestichezza con leve, forze, fulcri e bracci...allora non faticherete a seguire la
questione...comunque cercherò di essere il più semplice possibile.
Andiamo ad analizzare il sistema di sospensione del fifty (che spero conoscerete a memoria!!!)

Come potete osservare lo schema è assimilabile ad una leva (per chi mastica di meccanica si tratta di una leva di 2a specie).
per comprendere meglio ciò che già si vede ad occhio, mi servirò di alcuni dati (indicativi, non prendeteli alla lettera), ma tali da giustificare le mie perplessità attraverso delle
semplici formule meccaniche.
Mettiamo il caso che percorrendo una determinata strada ci imbattiamo in un dosso (tipo quelli artificiali) il passaggio su questo dosso supponiamo provochi una forza dal basso verso l'alto di 100kg (freccia verde), tale forza và moltiplicata per il suo "braccio" ovvero la distanza "A" e supponiamo sia 0.60m...quindi 100*0.6= 60kg/m in sostanza il nostro
monoammortizzatore, per contrastare questa coppia dovrà controprodurne una di uguale intensità, ma con applicazione della forza ad una distanza diversa, quindi andando per dati conosciuti abbiamo coppia=60kg/m e la distanza "a" che supponiamo di 0.15m, quindi per ottenere la forza di reazione che il mono esercita (freccia rossa) si segue la seguente formula COPPIA/DISTANZA= FORZA...ne segue che 60/0.15=400kg!!! (non badate alle cifre, sono puramente fittizie)
Ricapitolando:
Applico una forza di 100kg alla ruota e il mono per contrastare ne reagirà per 400kg.
e fin qui ci siamo...
veniamo ora allo schema di una sospensione di scooter ed utilizziamo gli stessi dati per renderci conto delle differenze...

Supponiamo di percorrere la stessa strada...ad un certo momento alla ruota viene applicata la solita forza di 100kg verso l'alto (freccia verde), essa viene
moltiplicata per la solita distanza 0.60m, quindi la coppia prodotta è identica al caso del fifty e cioè 60kg/m!!! e fin qui non cambia la solfa...
Andiamo a vedere però che sforzo stà sostenendo il mono dello scooter...
Prendiamo la solita formula inversa COPPIA/DISTANZA=FORZA, supponendo che la distanza "a" in questo caso sia 0.50m avremo 60/0.5=120kg !!!!
Come potete vedere...stessa sollecitazione....stessa distanza tra perno ruota e fulcro, ma diverso punto di applicazione del mono...ne consegue che il mono
del fifty si sobbarca 400kg, mentre quello dello scooter solo 120kg, ecco
perchè...la molla dello scooter dev'essere necessariamente più morbida...
Detto questo l'acquisto di tale mono non mi convince, anzi...credo mi ritroverei con una sospensione più morbida dell'attuale!!!
|
FRIZIONE
(parte1°)
Avendo sottomano le molle "rinforzate" della frizione
adige che ho già in garage nuova, mi sono preso la briga di vedere se fosse possibile trovare delle molle simili se non uguali ma con maggiore carico, visto che sostanzialmente la tenuta della frizione è data principalmente da queste.
Allora le molle adige hanno le seguenti dimensioni:
Øfilo=2mm Øest=15mm Øint=11mm
Lscariche=35mm
Non ho di queste molle nessun dato a livello di resistenza e rigidità, ma sono andato per deduzione...
Dal catalogo di molle industriali, recuperabile in una fornita utensileria, il tipo di
molla che si avvicina di più a livello dimensionale ha le seguenti dimensioni:
Øfilo=2mm Øest=14.5mm Øint=10.5mm
Lscariche=33mm.
La rigidità di tale molla è 15.20N/mm
Considerando che avendo una lunghezza da scarica MINORE rispetto a quella "adige", ed anche un diametro leggermente inferiore, queste molle sono necessariamente più rigide di quelle
"adige" (non prendiamo in considerazione il materiale
perché di norma è sempre lo stesso previsto dalle normative, ed in particolare sono costruite in acciaio armonico DIN 17223 classe C No.1.1200).
Vado ora a vedere una molla di dimensioni simili ma con diametro del filo
maggiorato, quindi trovo la seguente:
Øfilo=2.5mm Øest=15mm Øint=10mm
Lscariche=32mm
La rigidità di tale molla è 37.17N/mm (NB:il materiale è lo stesso citato prima).
Come potete vedere la rigidità è più che doppia rispetto alla precedente, quindi lo sarà ancor di più considerando la molla "rinforzata"
adige.
Credo che quest'ultima molla, avendo il diametro esterno uguale a quelle originali, si dovrebbe riuscire a montare senza problemi, forse ci sarebbe solo da ridurre leggermente il diametro delle viti di fissaggio.
Certo tale aumento potrebbe essere fin troppo consistente per l'uso che dobbiamo farne, e non si esclude per esempio che la eccessiva forza da applicare sulla leva possa col tempo rovinare il cordino frizione e tutti i componenti che fanno parte della trasmissione della forza al piattello
staccafrizione. Di conseguenza ho cercato una possibile altra alternativa ed ho trovato un'altra
molla, identica alla precedente come dimensioni, ma in acciaio INOX (sigla X12Cr nI 17 7) La rigidità questa volta è di 30.96N/mm , quindi inferiore, ma sempre doppia rispetto alla molla di riferimento.
Intanto ne ho ordinate 4 per tipo, in modo che possa fare delle prove, e non escludo, anzi forse è un'ottima alternativa) che la cosa migliore sia quella di lasciare invariato il diametro del filo (Ø2mm) e prendere una Lscarica inferiore al 35mm
Per esempio una molla Øfilo=2mm
Øest=14.5mm Øint=10.5mm
Lscarica=22.5mm ha una rigidità di 23.93N/mm quindi superiore alle originali, ma inferiore a quelle con diametro filo 2.5mm.
Facendo un lavoro simile però si necessita nel montaggio del posizionamento di uno spessore tale da compensare la differenza di altezze, quindi da 12.5mm, e verificarne quindi a carter aperto, il corretto funzionamento senza che vadano troppo a "pacco".
|
FRIZIONE (parte2°)
Mi sono arrivate
i primi 3 set di molle ordinate, 2 hanno diametro del filo da 2.5mm e le ho subito scartate in quanto,
come già detto nella prima sezione, sono troppo rigide, anche a mano si sente
questo fattore ed è quindi sconsigliato il loro montaggio.
In questa parte,
con l'aiuto di 2 software, sviscererò le differenze, in positivo tra le molle
date in dotazione con il set adige e la serie da me scelta.
per comodità
chiamerò molla "adige" la molla in dotazione, anche se, la adige (adler)
non produce direttamente molle ma bensì le fà costruire da dei mollifici.
DATI MOLLA "ADIGE"
Øint = 11mm
Øest = 15mm
Øprim = 13mm
Øfilo = 2mm
L scariche = 35mm
RIGIDITA' = ???
DATI MOLLA
"arf33"
Øint = 10.5mm
Øest = 14.5mm
Øprim = 12.5mm
Øfilo = 2mm
L scariche = 33mm
RIGIDITA' =
15.20N/mm
Ho poi montato 1
molla sul tamburo frizione, e misurato la lunghezza di precarico che è 23mm,
cioè la lunghezza a cui è obbligata la molla quando non schiacciamo la
frizione, e quindi dalla quale si ha la forza "utile" a non slittare.
Per scrupolo ho
voluto verificare le molle anche in fase di compressione, ed ho usato una misura
abbastanza approssimativa di precarico pari a 19mm, e qui siamo nella condizione
in cui stiamo tirando la leva.
con questi dati
andiamo a vedere tramite software cosa ne viene fuori.
Analizzeremo
prima il software "MASTER
SPRING 6.40", scaricabile online free, con alcune limitazioni che
fortunatamente non mi hanno impedito di poter eseguire il test.
Una volta
impostato il programma con i dati di un molla è possibile far eseguire un test
che ci permette di visualizzare dei valori (teorici) che però saranno omogenei
alla realtà.
ecco lo screeshot
dell'analisi della molla "adige"

come potete vedere i valori di
riferimento sono stati cerchiati per facilitarne la visibilità, in particolare
il dato che ci interessa è la "forza di precarico" cioè quando
non tiriamo la leva e la frizione stà lavorando, vediamo che il valore è di
142N con precarico 23mm
adesso lo screenshot della
arf33

Vediamo infatti
che il valore è superiore, ma adesso segna 146N sempre precaricando 23mm, non
facciamoci ingannare da questi valori miseri, 4N di differenza su una sola molla
vogliono dire 12N totali, quindi circa 1,2kg in più che non sono male.
Consideriamo comunque i dati per quello che sono, anche se possono differire
dalla realtà la cosa importante è che ci diano l'idea di massima su come e
quanto stà lavorando la molla.
Per dare
ulteriore sicurezza andiamo ad usare l'altro software, ovvero "MOLLE
1.5" della Engineerplant.
Chiaramente
utilizzeremo gli stessi dati usati in precedenza, quindi 23mm di precarico e
19mm di lavoro.
ecco i primi 2
screenshot relativi alla molla "adige"


Vediamo quindi come il valore a
molla precaricata si assesti a 160.21N
adesso altri 2 screenshot
relativi alla molla arf33


il valore in questo caso è
salito a 185.18N.
Bene, la conclusione
qual'è?
Avrete notato da soli che tra i 2 software c'è una differenza dei valori, sia
se guardiamo la molla a precarico, sia che la prendiamo a lavoro. Ma non
volevamo soffermarci o meno sulla veridicità o meno dei valori in se stessi,
quanto avere la certezza che entrambi ci segnalassero la stessa cosa, ovvero: la
"arf33" è più rigida dell'"adige", anche se non sappiamo con certezza
assoluta di quanto, in ogni modo è sicuramente un valore accettabile, che non
si farà risentire più di tanto sul movimento di frizione e comando frizione,
ma aiuterà di sicuro i dischi a non scollarsi tra di loro, cosa odiata e
quantomai frequente su motori altamente preparati.
Un'ultima considerazione riguardo
le molle "arf33" è il fatto che si può tranquillamente e senza problemi montare al
posto dell'originale, senza alcuna modifica.
|
FRIZIONE
(parte3°)
Analizziamo
ora i lavori da eseguire per rendere più fluido il comando della frizione,
quindi tutti quei lavoretti, forse un pò noiosi, che è bene eseguire per far
sì che il comando sia semplice da manovrare, preciso e soprattutto sensibile.
Vi ricordo che non monto più la
leva originale malaguti (magura) ormai da anni, se ne avete la possibilità
quindi, come prima cosa, sostituite la leva con una di derivazione cross o
enduro, lasciate perdere quelle da moto stradali, esse infatti hanno leve molto
lunghe che mal si adattano al manubrio del fifty.
I componenti da utilizzare come
buona base di partenza sono i seguenti:
-
cordino frizione di tipo
"svedese" (molto più flessibile del cavetto normale, questo
perchè è costituito da una quantità maggiore di fili singoli ma di
diametro inferiore)
-
guaina con tubetto in teflon
interno (quella originale del fifty va benissimo)
-
bomboletta spray di grasso
filante (chiedete in ferramenta o nei brico center)
-
grasso in barattolo
Bene se avete queste cose potete
incominciare ad eseguire il lavoro, ma andiamo con ordine.
Dopo aver completamente rimosso
il cavo e cordino originale smontate la leva, i registri, il nottolino fissaggio
cavo (si trova sull'alberino di comando che è sul carter) e puliteli molto
bene, magari con petrolio bianco, ma se non ne avete và benissimo la benzina.
Ora prima di rimontare la leva,
cospargete con grasso (meglio abbondare, al massimo elimineremo poi i residui in
eccesso) la zona dove essa ruoterà e tutte le pareti dei pezzi che entreranno
in contatto quando tutto sarà rimontato, riposizionate la leva e fissatela con
la sua vite, stando però attendi a non serrare troppo onde evitare un
indurimento della stessa. Vi consiglio quindi di serrarla tutta, e appena si
blocca tornare indietro di mezzo giro, naturalmente utilizzate come dado di
bloccaggio uno del tipo "autobloccante" altrimenti con le vibrazioni
lo perdereste nel giro di pochi metri.
Adesso spostiamo la nostra
attenzione nella zona del carter, prima di riposizionare il nottolino nella sua
sede sulla leva dell'albero, sporcate tutto con grasso (quello in barattolo, non
quello filante!!!) una volta fatto questo potrete inserire il nottolino al suo
posto.
Ora prendete la guaina e
infilatevi dentro il beccuccio della bomboletta di grasso spray, tenete premuto
l'ugello finché il grasso non incomincia ad uscire dall'altro lato della
guaina.
Lasciate da parte un attimo la
guaina ed ingrassate i forellini presenti sui registri, (se ne avete 2 come me
ripetete l'operazione anche per quello posto sul carter o sul cilindro nei
modelli G30), ancora col grasso sporcate la sede circolare dove andrà ad
inserirsi il "pallino" del filo sulla leva.
Ora inserite il filo nella guaina
e rimontate tutto, stando attendi a far fare il giro con meno curve strette
possibili alla guaina e ne avrete solo da migliorare, quando avrete finito
potete pensare a pulire i residui di grasso ed effettuare la corretta
regolazione della frizione.
Noterete subito che la morbidezza
e la facilità d'uso ora sono notevolmente cambiate, anche se montate una
frizione rinforzata ora il comando sarà migliorato
Nella foto che segue (cliccare
per ingrandire!) potete vedere la zona del carter dove c'è il meccanismo di
comando frizione, il punto "A"
ed il punto "B"
sono zone da ingrassare come precedentemente descritto, ma voglio farvi notare
invece il meccanismo aggiuntivo che ho escogitato per eliminare il
fastidiosissimo "vuoto" iniziale della leva, dando quindi la parvenza
di un comando progressivo.

La molla "M"
collega la levetta dell'albero ad un registro "R"
(non è altro che una barretta filettata M4 con un foro per inserirvi la molla),
tale registro è regolabile mediante un dado posto su una vite fissata al telaio
"F",
in questo modo potete decidere voi quanto duro dovrà essere questo sistema,
volendo è possibile variare tipo di molla in modo da avere un'ulteriore
possibilità di regolazione.
Con questo sistema avrete risolto
il gioco presente sulla leva al manubrio ed inoltre avrete la certezza
matematica che l'alberino ritorni sempre in posizione di riposo.
NB:POTETE VEDERE UN PICCOLO VIDEO
DEL FUNZIONAMENTO DEL SISTEMA, TUTTO SARA' ANCORA PIU' CHIARO!!! >VIDEO<
|
FRIZIONE
(parte4°)
Passiamo ora alla sostituzione
della frizione con una di tipo Racing al posto della classica rinforzata adige.
l'articolo in questione è il kit
racing della "newfren" (disponibile sul catalogo Special Parts) con guarnizioni in
Carbonio e superficie
d'attrito maggiore, invece come molle useremo le ormai famose "arf33" di cui ho trattato
in precedenza.
Inoltre eseguiremo il trattamento
antiattrito sul tamburo frizione con Molykote 7409.
FOTO E DESCRIZIONE (cliccare
sulle immagini per ingrandire):
Ecco il kit newfren come viene
venduto, troviamo 4 dischi guarniti in Carbonio, 3 dischi in acciaio lisci, 1
disco semi-guarnito con materiale standard e 4 molle "standard"
(uguali alle originali e quelle adige).

Ho messo a bagno i dischi
guarniti per far assorbire l'olio (nuovo), intanto ho smussato per bene tutti i
bordi taglienti dei dischi neutri con carta vetrata grana 400 prima e rifiniti
con scotch brite dopo

Poi ho preso il tamburo della
frizione nuovo ed ho praticato dei fori sul mantello esterno in modo da
facilitare il passaggio dell'olio durante il funzionamento, alternando i fori in
modo da non indebolire troppo il tutto e dopo ho preparato la superficie esterna
con carta grana 180, questo sia sulle creste, sia sul fondo dei denti.

Veniamo ora alla parte che
riguarda il trattamento superficiale del tamburo, il prodotto utilizzato è il
Molykote 7409, ovvero una lacca permanente lubrificante, il formato di vendità
è il barattolo da 500g (se
non riuscite a procurarvelo contattatemi via mail). Il prodotto va applicato sul
pezzo opportunamente sgrassato e preriscaldato a 60/70°, dopodiche si spruzza
la lacca mediante compressore e si fà polimerizzare in forno a 220° per circa
40 minuti. Lo spessore dello strato antiattrito può variare dai 5 ai 20 micron.
<VIDEO
APPLICAZIONE MOLIKOTE>
<VIDEO
INSERIMENTO IN FORNO>

Infine, una volta raffreddato a
temperatura ambiente il tamburo, siamo passati allo smontaggio della vecchia
frizione e rimontaggio del nuovo gruppo con le molle arf33.
|
ACCENSIONE
DIGITALE "LEONELLI" (parte I°)
Ormai da anni ero a conoscenza di
accensioni elettroniche a rotore interno, precisamente ai miei tempi (anni
'92>'98), solitamente chi possedeva un oxford o un fifty come il mio, quindi
con blocco GSA, volendo, poteva montare il blocco minarelli P6 e, non plus
ultra, gestirne l'accensione con un kit a rotore interno, all'epoca veniva
chiamata comunemente "accensione a rocchetto", di derivazione
corsaiola.
Gran bell'oggetto, specialmente per chi se ne fregava altamente di avere un
impianto elettrico funzionante e, quindi, gli bastava dare corrente alla
centralina e bobina A.T. per far andare il motore. Io, sono sempre stato invece
del parere che l'impianto elettrico servisse ed anche molto, anche perchè
all'epoca era il mio unico mezzo di locomozione quindi usandolo anche la sera
avevo necessità di essere visto e vedere, se poi ci aggiungiamo il fatto che
fin dalle prime armi sono sempre stato appassionato di gingilli elettronici
applicati alla meccanica vi renderete conto che per me, avere un impianto
elettrico funzionante era "fondamentale"!
Per questo motivo non mi sono mai interessato a quel tipo di accensione,
nonostante era una vera bomba, capace di dare qualche migliaio di giri in più
al motore, del resto il mercato, ancora fuori dal sistema MODAIOLO e COMMERCIALE
che vige adesso, non dava nessuna possibilità di upgrade per quel che
riguardava il sistema accensione, con l'unica eccezione delle 2 centraline Top
Performances (gialla e rossa) che però poco potevano fare mantenendo volano di
serie e una logica ANALOGICA.
Quindi il mio unico capriccio fù appunto quello di montare una centralina Top
Gialla (3° anticipo fisso), alleggerire il volano magnete, mediante tornitura,
di circa 85g, e di montare un cavetto siliconico racing ad altà conducibilità....infine
una candela platinata NGK.
Sono rimasto per lunghi anni soddisfatto di tale sistema, anche se...rispetto ai
sempre più sofisticati prodotti per scooter, rimanevo abitualmente deluso, o
meglio, scontento del fatto che fino a pochi anni prima nessun produttore avesse
mai avuto il pallino di realizzare qualcosa di simile anche per i ciclomotori e
tuboni che popolavano le città.
L'anno appena passato (2005) ha ricreato in me una voglia di rimettermi "sotto"
con il mio amato fifty, prima semplicemente per andare a lavoro nelle giornate
più calde, ma subito dopo divenuta pura fissazione...passione...follia...
sintomo che di cose da fare e di progettini nel cassetto ne avevo e ne ho ancora
molti.
Per questo motivo ho voluto visitare l'EICMA di Milano e tra le varie cosette
che osservavo o di cui chiedevo informazioni c'erano appunto queste famigerate
accensioni elettroniche performanti, sia a rotore interno, sia digitali
programmabili ecc ecc. Tra i vari produttori (o importatori) di tali aggeggi mi
sono fermato da Polini, Malossi, Top Performances ecc ecc...chiaramente potete
già da soli capire quante e quali notizie tecniche io sia riuscito ad ottenere
... ASSOLUTAMENTE NESSUNA!!! questo perchè nei suddetti stand tutta
l'attenzione era focalizzata sulle fichette di turno (n.d.r.
non che mi dispiacciano....però ero lì per cose tecniche!)
...sull'avere gli adesivini da attaccare allo scooter e altre banalità. Nel
momento in cui, uno come me, pignolo, scassa maroni e molto tecnico cerca
qualche povero cristo per poterci parlare non si trova mai nessuno, tutti
scomparsi, praticamente c'erano in giro solo personaggi del settore commerciale
ai quali potevate chiedere cosa fosse una candela che vi avrebbero risposto:
UN'UNITA' DI MISURA???? hihihh
ad un certo punto incrocio lo stand della Leonelli, mi spizzo le vetrine e vedo
che tra le altre cose fanno queste simpatiche centraline (KIT) digitali
programmabili e che tra l''altro mantengono l'impianto elettrico di serie,
quindi fari e robette elettroniche possono funzionare.
Chiedo se possibile parlare con un tecnico, mi fanno attendere 5 minuti e mi si
presente davanti un signore, sulla 50ina, il Sig.Leonelli in persona! Avevo talmente
tante cose da dire che appena mi chiese cosa avevo bisogno sputai fuori circa
172 parole in 1 minuto...alchè lo stesso Leonelli, accortosi del mio malessere
mi fece accomodare per continuare la discussione in modo più tranquillo,
preciso e tecnico.
Gli spiego i miei problemi, le mie esigenze, lui ascolta...elabora...e mi
illustra dettagliatamente il funzionamento della loro accensione, del
programmatore ecc ecc.
Concludendo sono stato 1h a parlare con lui, cercando di recuperare quante più
informazioni possibili e il risultato finale (visto il dubbio sulla compatibilità
della conicità dell'albero) è stato quello di spedire a lui in Spagna un mio
volano di riserva, loro ne verificavano la conicità con i loro già in
produzione e poi si sarebbe potuti passare alla fase successiva, ovvero la
compravendita.
Passano 3 settimane, preparo il pacco, spedisco e dopo qualche giorno chiamo,
Leonelli mi dice che il cono va bene, è compatibile, e allora si può passare
alla seconda fase, ovvero esigere alcune piccole modifiche al classico sistema
di produzione e vendita.
Quindi mi sono fatto derivare un cavetto direttamente dal pick-up dello statore
al quale collegherò il contagiri, mi sono fatto caricare la mappatura che
solitamente mettono sulle centraline per AM6 ed infine mi sono fatto fare un
"adattatore" in lamiera di ottone per poter eventualmente spostare il
volano un pò più esterno rispetto al normale punto di calettamento.
ecco cosa ho
ricevuto:
il tutto è costruito molto bene, i
connettori sono di ottima qualità, i cablaggi pure. Al momento non posso che
essere doppiamente soddisfatto per l'acquisto fatto, sia per la qualità del
prodotto, sia per la disponibilità e correttezza dell'azienda Leonelli s.a. ed
in particolare del Sig.Leonelli (sembra pubblicità, ma in realtà non è così!!!)
adesso manca solo la prova sul campo in modo da potervi dire anche le
prime impressioni.
Prima di chiudere il discorso vi voglio ricordare che tramite il programmatore
è possibile caricare fino a 30 mappe diverse, di cui 21 sono preinstallate sul
programmatore da Leonelli, 9 posti sono vuoti e possono essere caricate mappe
fatte da voi stessi mediante PC, ma mi ha assicurato che già con le 21 mappe
studiate da loro c'è quasi da impazzire per la varietà e versatilità che
possono dare!
Altra curiosità, ci sono 3 programmi speciali (mappe) 1 è con funzione di
limitatore fino a 9000g/min, una con limitatore a 11000g/min ed una con funzione
taglio potenza, ovvero su tutta la curva di erogazione distribuisce solo il 50%
della potenza in realtà disponibile.
|
ACCENSIONE
DIGITALE "LEONELLI" (parte 2°)
finalmente oggi ho montato l'accensione
digitale Leonelli... non ho riscontrato nessun tipo di problema durante il
montaggio, solo mi sono dovuto costruire un supporto per la bobina (sulla
leonelli è separata a causa dell'elettronica sensibilissima presente
all'interno della centralina), che ho poi posizionato sul lato destro del
telaio, anche se, Leonelli, prescrive che ci siano almeno 15/20cm tra bobina (e
relativo cavo candela) e la centralina, ma in questo caso, il telaio, funge un pò
da schermatura, infatti non ho notato problemi e malfunzionamenti.
ho dovuto anche allungare un'asola dello statore in modo da poter posizionare
perfettamente in fase il pick-up dell'accensione, ma col dremel ci ho messo
giusto 5 minuti.
Sulla conicità dell'albero ho dovuto montare il famoso spessore che leonelli
stesso mi aveva dato, questo per arrivare alla quota di 42,5mm prescritti tra
esterno del volano e base dello statore.
la prima fasatura provata, ovvero circa a 0 (zero) gradi di anticipo, era
discreta, dopo una prova ho notato che la mappatura precaricata tende a dare
potenza in alto, rimane quindi un pò morto ai bassi con una vistosa zona di
"sottocoppia", visto che ero in ballo ho deciso di voler esagerare,
ritardando l'accensione di circa 1/1.5 gradi... consapevole che avrei ancor di
più accentuato l'effetto stallo ai bassi regimi. in effetti poi la prova su
strada mi ha dato ragione, anche se, il tiro agli alti era rimasto pressochè
identico a prima, questo vuol dire che non ho notato i (teorici) vantaggi di un
ritardo all'anticipo...anzi, sembrava quasi "murare" agli alti, con
difficoltà a venire su bene...in effetti il contachilometri digitale confermava
quanto detto.
dopo queste 2 prove ho voluto provare ad anticipare stavolta, anche qui senza
esagerare ho spostato lo statore di 1 grado circa in anticipo... il tiro ai
bassi è migliorato sensibilmente anche se rimane scarso per il mio punto di
vista, ai medi ed agli alti sembra vada bene... cioè, decisamente meglio
rispetto alle prime 2 prove.
purtroppo, avendo portato già a fondo cava lo statore, non ho potuto insistere
ulteriormente sull'anticipo, quindi ho deciso di tenere al momento l'accensione
in questo ultimo stato.
resta il fatto che la mappatura non è assolutamente ideale per il mio motore, nè
per i miei rapporti, però il motore si sente proprio bene quando entra in
coppia, una botta paurosa dopo circa i 4000/5000 giri , servirebbe un pò più
di tempo per settare bene il tutto, magari regolando un pò la carburazione, ma
prima di far questo preferisco comprare il programmatore leonelli che mi darà
la possibilità di provare altre 20 mappature fino a trovare quella
adatta...quindi, dopo di questo passare al setup fine regolando carburazione ed
eventualmente altre cose.
PS: dimenticavo, il minimo è più regolare, basso di rumorosità e lineare, non
sembra accenni a spegnersi come invece prima mi succedeva (per questo stavo
leggermente alto di minimo). Penso che la causa principale di questa regolarità
sia da imputare sostanzialmente al fatto che il volano non è ancora stato
toccato, quindi ha il suo peso pieno, al contrario del ducati di prima a cui
mancavano circa 90g di peso.

|
ACCENSIONE
DIGITALE "LEONELLI" (parte 3°)
è arrivato il programmatore 928 e
compreso nella scatola c'era anche:
-prolunga cavo corta
-prolunga cavo lunga
-1 diodo
-1 raddrizzatore
-programmatore con 21 mappe standard + 8 mappe dedicate arf33

detto questo veniamo all'atto pratico,
allora premetto che delle 8 mappe fatte fare da me solo 2 si sono rilevate
abbastanza buone, le altre, ovvero quelle con anticipo iniziale sotto i 17°
lasciano troppa poca coppia in basso, pregiudicandone anche l'allungo...quindi
inutilizzabili, almeno con situazioni ambientali e stradali come quelle di oggi,
ma dubito riuscirò ad usarle anche in futuro, dopodichè mi sono cimentato alla
prova di altre mappe (tra le 21 standard) che potessero andare bene, logicamente
ho cercato di capire quali potessero andar bene guardando il grafico e
paragonandolo a quei 2 che più o meno andavano bene provati in precedenza...
in totale ho fatto circa 12 prove di mappatura prima di arrivare al miglior
risultato possibile, piano piano mi sono avvicinato a quella che è attualmente
la migliore, ogni mappatura dava dei cambiamenti consistenti e tangibili, ho
rilevato che fino a circa 8000/9000 giri minuto l'anticipo deve stare
costantemente sui 17° per dare corposità e progressione dopodichè deve
incominciare a scendere abbastanza velocemente, questo cambio di anticipo parte
dai 9500/10000gmin fino al limite attuale del motore (che stà circa sui
12000/12500 giri.
Con un particolare stupore ho visto che la configurazione attuale di
preparazione regge benissimo anticipi sostanziosi fino ad elevati regimi, questo
è un dato in controtendenza con il mio stile di guida, con la linearità delle
strade attorno a casa mia e soprattutto con la Teoria che avevo in mente....
in realtà, la mappatura migliore si è rilevata quella da Motard versione
MISTO, anche se, le 2 provate della sezione Velocità, avevano dato ottimi
risultati, ma mai come questa, è favolosa, sale bene di giri, progressione
incredibile (in 2a slitta sempre la frizione NUOVA!!! del mio blocco
stradale) e allunga senza problemi senza murare, ho praticamente uguagliato il
limite di velocità precedentemente fatto nel viale sotto casa mia
(ca.700/800mt) la cosa significativa è che la carburazione non l'ho toccata,
anche se, ci vorrebbe un 2/4 punti di getto massimo in più e magari abbassare
ancora di una tacca lo spillo.
in seguito chiaramente affinerò la carburazione.
ecco i dati e le modifiche che attualmentre sono presenti sul fifty:
-pacco monopetalo con lamelle nuove in carbonio 0.30mm
-collettore sabbiato (prima era solo raccordato)
-pistone molykotato e cielo lucidato
-testa rilucidata e spianata
-marmitta come prima
-carburatore: spostato spillo in basso di 2 tacche
-senza carene
-radiatore maggiorato
-temperatura esterna 25/27°
-umidità 30/40%
non posso che dire di essere finalmente molto soddisfatto e non
vedo l'ora di carburarlo a dovere ma soprattutto far fare (o fare io con il
software) qualche mappa leggermente diversa da quella attuale.
ecco la mappa:

|